Simbologia della Rosa

Secondo alcuni studi il nome “Rosa” deriverebbe dal sanscrito “vrad” o “vrod“, il cui significato è flessibile.
Altre ricerche legano il suo nome al termine celtico “rhood” (o “rhuud“), che significa rosso.

Quale che sia l’origine del nome, resta comunque uno dei fiori più diffusi, conosciuti e variegati che ci siano.
La Rosa è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Rosaceae di cui fanno parte circa 150 specie e numerosissimi cultivar.
Originaria dell’Europa e dell’Asia, la Rosa può raggiungere diversi metri di altezza.
In Italia le specie spontanee sono più di 40! Le più comuni sono la Rosa Canina, r. Gallica, r. Glauca, r. Pendulina, r. Sempervirens.

Tra loro si differenziano per colore, forma dei petali, delle foglie, delle corolle, ma, come si può notare a colpo d’occhio, sono tutte molto diverse dalle “classiche” rose che si trovano in vivaio per il numero di petali.

Simbologia della Rosa

La Rosa è considerato il fiore da donare per eccellenza e ogni varietà porta con sé un messaggio diverso.

La Rosa, da secoli, è il simbolo di amore, devozione, ammirazione, bellezza e perfezione. Simboleggia, inoltre, il segreto e lo svelare con delicatezza. Il bocciolo ben chiuso incarna anche la castità femminile mentre la Rosa sbocciata rappresenta bellezza giovanile.

A seconda della sfumatura del rosso dei petali, la Rosa viene usata per esprimere diverse emozioni:

  • di colore porpora è una promessa di amore eterno e solenne;
  • di colore rosso fuoco vuol significare passione;
  • di colore carminio simboleggia le fantasie erotiche;
  • di colore bianco è la perfetta rappresentazione di un amore candido, puro e spirituale;
  • di colore rosa è simbolo di ammirazione, simpatia, lealtà e amicizia;
  • di colore giallo può voler simboleggiare solarità e gioia di vivere, se invece si tratta di un giallo pallido rappresenta l’amore platonico;
  • di colore arancio è portatrice di un messaggio di
  • di colore blu è l’impossibile, qualcosa di irraggiungibile e sfuggente, criptico ed ermetico; in ogni caso questo emblematico della complessità, di sogni irrealizzabili, di mistero e di fascino.

Nella mitologia romana la Rosa degli amanti era il fiore sacro a Venere e da allora è rimasta fino ai giorni nostri come espressione di amore profondo e appassionato. Molte culture del mondo utilizzano questo fiore come regalo o come ornamento per diverse ricorrenze, prima fra tutte quella della Festa di San Valentino per dichiarare il proprio sentimento per l’amata, ma la si accosta spesso anche come regalo per una figura femminile importante come la mamma o un’amica a cui teniamo particolarmente.

La mitologia greca della Rosa

La mitologia greca spiegava la nascita del bellissimo fiore grazie all’intervento della dea dei fiori, Cloride, che trasformò una ninfa morta in questa meravigliosa rosa per conservarne intatta la sua bellezza. Fu poi Dionisio a donarle l’inconfondibile profumo mentre le Cariti – considerate le tre divinità legate alla bellezza – le donarono un aspetto estremamente attraente.
Grazie all’operato di Apollo, furono infine create le condizioni climatiche adatte per permettere il fiorire ovunque di quella che viene considerata la regina dei fiori per eccellenza.

Le Leggende Medievali sulle Rose

Le leggende medievali sulle rose rosa sono tante e tutte estremamente affascinanti. C’è, ad esempio, quella che spiega la nascita di questo fiore con il tentativo di giustiziare una fanciulla accusata ingiustamente: messa sul rogo, al posto delle fiamme e della legna apparvero rose di ogni colore, dal rosso al rosa, fino al bianco, e la giovane fu così salvata.

Un’altra leggenda narra che in origine la rosa fosse solo bianca e che a tingerla di tutte le sfumature di rosa e rosso fu il sangue di un usignolo innamorato di lei che si punse con le sue spine nel tentativo di avvicinarsi al fiore.

Infine, una credenza popolare racconta che la rosa in origine cresceva priva di spine in Paradiso: queste ultime comparvero quando il fiore apparve sulla terra per ricordare agli uomini i loro peccati.

Le rose rosa nella religione, in particolare quella cattolica, sono uno dei fiori più citati e utilizzati per la loro simbologia.
Quelle di colore rosso vennero associate al concetto del sangue versato dai martiri per la fede mentre le rosa sono per eccellenza il fiore della Madonna. Infatti, in quasi tutti i dipinti che raffigurano la madre di Gesù, vengono sempre rappresentate come elemento fondamentale che simboleggi la purezza della donna.
Grazie al significato delle rose rosa, esse sono molto presenti nella storia dell’arte, soprattutto quella religiosa.

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Storia (breve) delle Rose e della loro diffusione

Le Rose selvatiche e l’antichità

Reperti fossili risalenti al almeno 35 milioni di anni fa fanno identificare questi fiori come tra i più antichi, ma le Rose hanno probabilmente avuto origine (in Asia Centrale) dai 60 ai 70 milioni di anni fa, durante l’Eocene e si sono poi irradiate in tutto l’emisfero settentrionale. Ad oggi è quasi impossibile effettuare un calcolo di tutte le specie selvatiche di rosa poiché le diverse specie si ibridano facilmente tra di loro creando una miriade di forme intermedie. In passato infatti alcuni autori tendevano a descrivere come specie distinta qualsiasi forma, il che facilitò un’inflazione di rose selvatiche “riconosciute”.
Si pensi ad esempio che nel 1898 il Pospichal descrisse come “nuove per la scienza” ben 57 specie di rose sul territorio triestino.

Oggi la maggior parte degli autori preferisce adottare un concetto molto più ampio di “specie” e il numero totale di rose selvatiche è stimato tra 150 e 200.

L’impiego delle rose a scopo ornamentale è antichissimo. Si sviluppò in due mondi molto diversi e a quel tempo quasi completamente separati: Cina ed Occidente. Fu solo alla fine del ‘700 che le rose coltivate cinesi incontrarono quelle occidentali, dando origine alle rose ornamentali moderne.
In Cina, circa nel 500 a.C., Confucio menzionava le rose che crescevano nei giardini imperiali, affermando che la biblioteca dell’imperatore cinese conteneva centinaia di libri ad esse dedicati. Nel mondo occidentale le rose furono coltivate sin dai tempi delle civiltà mesopotamica, egiziana e micenea. Nel 1888, l’archeologo inglese Sir Flinders Petrie (1853-1952), durante gli scavi di tombe nell’Alto Egitto, scoprì resti di ghirlande di rose usate come corone funebri del II secolo d.C., ma dipinti di rose sono stati trovati sulle ben più antiche pareti della tomba di Thutmose IV, che morì nel XIV secolo a.C.

Sir Flinders Petrie, (1853-1942) era un archeologo ed egittologo famoso per la sua sistematicità nel raccogliere e descrivere qualsiasi reperto

I Fenici, i Greci e poi i Romani conoscevano e coltivavano le rose, diffondendone l’uso ornamentale in tutto il Medio Oriente prima e nel Mediterraneo poi. Al greco Teofrasto (ca. 300 a.C.) dobbiamo la prima catalogazione delle rose conosciute in Occidente, che già all’epoca avevano da 5 a 100 petali. Nello stesso periodo Alessandro il Grande (356-323 a.C) è accreditato per l’introduzione delle rose coltivate in Europa. Nell’antica Roma l’uso delle rose per decorare i giardini era diffusissimo, a tal punto che Orazio lamentava il fatto che il governo romano consentisse di utilizzare il suolo agricolo per la loro coltivazione.

Statua di Teofrasto (371 a.c. – 287 a.c.), filosofo e botanico greco antico, discepolo e successore di Aristotele
nella direzione del Liceo nel 322 a.c. – Villa Giulia, Palermo, Sicilia

Le Rose Medievali e Rinascimentali

Dopo la caduta dell’Impero Romano la coltivazione delle rose declinò, limitandosi ai giardini di corte e della nobiltà, ed a quelli circostanti i conventi. Carlo Magno (742-814 d.C.) coltivava rose sui terreni del palazzo di Aix-Ia-Chapelle e per far sì che venissero piantate in tutti i giardini del regno proclamò addirittura un editto, ma erano soprattutto i monaci Benedettini che tenevano in vita le rose, crescendole anche per usi medicinali.

Nel tardo Medioevo e all’inizio del Rinascimento le rose cominciarono a riapparire nei giardini privati. Nei secoli XII e XIII, i soldati di ritorno dalle crociate in Medio Oriente raccontavano storie di stravaganti giardini di rose. I viaggi aumentarono ovunque e commercianti, diplomatici e studiosi cominciarono a scambiarsi rose da varie parti del Mediterraneo. L’interesse per le rose si era riacceso.

Grazie all’imponente flotta di navi mercantili ed alle peculiarità della loro geografia, i Paesi Bassi divennero (e continuano ad essere ancor oggi) un grande centro di attività orticola, compresa la creazione di nuovi ibridi di rose. Agli Olandesi si deve la crescita sistematica di rose da seme (in precedenza, le rose erano principalmente propagate per talea), che ha determinato un deciso aumento della variabilità genetica dovuta alla riproduzione sessuale.

Nel 1597 John Gerard (1545-1611), un erborista inglese, catalogò 14 tipi di rose; nel 1629 John Parkinson (1567-1650), farmacista di Giacomo I d’Inghilterra, menzionava 24 rose, e nel 1799 l’artista inglese Mary Lawrance illustrava 90 tipi di rose. Tra queste vi era la Rosa centifolia, o rosa-cavolo, che aveva un numero altissimo di petali, talmente addensati da far somigliare il fiore ad un piccolo cavolo.
Una rosa con 100 petali era già menzionata da Plinio il Vecchio (23/24-79 d.C.) nel primo secolo d.C., ma sembra che le rose del tipo ‘Centifolia’ siano state prodotte alla fine del XVII secolo da un coltivatore olandese, mentre altri credono che siano state importate dall’Asia nel 1596. Qualunque sia la loro storia, le ‘Centifolia’ sono probabilmente un ibrido complesso di molte rose antiche, comprese la Gallica, la Damascena e l‘Alba.

Joséphine de Beauharnais e la Malmaison

All’inizio dell’800 pochi fecero di più per diffondere la coltivazione delle rose di quanto fece l’imperatrice Joséphine de Beauharnais (1763-1814), moglie ripudiata di Napoleone I. Nei 16 anni tra il 1798, quando iniziò il giardino della Malmaison presso Parigi, e il 1814, quando morì un mese prima del cinquantunesimo compleanno, Joséphine raccolse più di 250 varietà di rose. Il roseto venne iniziato subito dopo l’acquisto, e fu ispirato dall’amore del giardiniere André Dupont per le rose.
Joséphine aveva un interesse personale per i giardini e le rose in particolare, era appassionata di botanica, e voleva raccogliere alla Malmaison tutte le rose conosciute al mondo. Essa chiese a Pierre-Joseph Redouté (1759-1840) di dipingere i fiori dei suoi giardini: il risultato fu il libro ‘Les Roses’, pubblicato nel 1817-20 con 168 figure di rose, 75-80 delle quali erano cresciute alla Malmaison.

La reputazione del giardino di Joséphine si diffuse in tutta Europa ed accese quel grande interesse nella crescita e ibridazione di rose che porterà alla nascita delle rose moderne. Spinti dal patrocinio imperiale, molti ibridatori, in particolare i francesi André Dupont e Jacques-Louis Descemet iniziarono a sviluppare diverse centinaia di nuove cultivar dei gruppi europei (‘Gallica’, ‘Damascena’, ‘Alba’, ‘Centifolia’…).
Descemet in particolare teneva un accurato registro dei suoi incroci, e si può dire che sia stato il primo in Occidente che ha controllato moltissimi incroci su larga scala, anche se in precedenza altri, in particolare Daniel August Schwartzkopf in Assia (Germania) avevano fatto altrettanto. La Francia divenne un produttore ed esportatore di rose, tanto che nel 1815 circa 2.000 varietà erano disponibili presso i coltivatori francesi, cifra che salì a 5.000 in soli 10 anni.

Le Rose Orientali

Una vera e propria rivoluzione nell’allevamento delle rose ornamentali avvenne in Europa nei secoli XVIII e XIX, quando l’aumento degli scambi commerciali con l’Oriente portò all’introduzione della Rosa chinensis, la ‘Rosa Cinese’ , chiamata anche ‘Bengala’ perché importata in Occidente da Calcutta, la capitale della regione del Bengala, che nel XVIII secolo ospitava un grande giardino botanico dove crescevano rose portate dalla Cina da mercanti della British East India Company.

Nel 1789 un capitano di marina britannica portò alcuni esemplari in Inghilterra, e a partire dal 1793 più campioni vennero spediti da Calcutta in molte parti d’Europa da William Roxburgh (1751-1815), direttore della Compagnia.
La prima varietà fu introdotta in Svezia nel 1752, nel 1808-1809 seguì l’introduzione della Rosa x odorata, o Rosa Tea, così chiamata per il profumo delle foglie, vagamente simile a quello del Tè.

Le rose ‘Tea’, cultivar orientali derivanti forse dall’ ibridazione di R. chinensis con R. gigantea sono cespugli assolutamente eccezionali sia per il loro portamento che per la straordinaria fioritura. I colori, difficilissimi da definire, vanno dal tipico rosato al bianco ambrato o carneo con molti mutamenti a seconda delle stagioni. Quasi tutte le caratteristiche morfologiche di questo gruppo ricordano la loro parentela con le rose di origine orientale. Il fogliame è appuntito e leggero, generalmente verde chiaro. I rami sono sottili e delicati, provvisti di pochi aculei. Il profumo è inconfondibile. Caratteristica di queste rose è la forma del bocciolo, che è appuntito e produce petali densamente spiralati e ripiegati ai bordi (e quindi essi stessi appuntiti): la forma oggi più “classica” del bocciolo di rosa.

A differenza della fioritura ripetuta della cultivar “Autumn Damask” (che fiorisce brevemente due volte l’anno), le rose orientali producevano fiori per tutta la durata del periodo vegetativo. Oltre a ciò, le ‘Rose Cinesi’ avevano foglie semi-sempreverdi e petali con tendenza ad ‘abbronzarsi’, che cioè scuriscono nel tempo, a differenza di altre rose con petali il cui colore tende ad affievolirsi dopo l’apertura. Gli ibridatori europei cercarono subito di introdurre queste caratteristiche nelle linee di rose esistenti, e così le rose orientali gettarono le basi genetiche per quasi tutte le rose moderne, tra cui purtroppo anche la loro scarsa resistenza al freddo.
A causa delle leggi della genetica, la prima progenie di incroci non era rifiorente; tuttavia, incrociando questi ibridi tra loro, e di nuovo con ibridi orientali, cominciarono ad apparire le prime rose rifiorenti.
Tra i primi ibridi vi furono le rose ‘Portland’, nate intorno al 1800, probabilmente derivate da un incrocio delle vecchie “Autumn Damask” e Rosa gallica con la Rosa Cinese.

Dedicati a Margaret Cavendish Bentinck (1715-1785), duchessa di Portland, che scoprì durante un viaggio a Paestum nel 1775 circa una rosa poi conosciuta come ‘Rosa di Paestum’ da cui si sviluppò l’intera classe di rose ‘Portland’. Questi ibridi furono uno dei primi tentativi di creare una rosa rifiorente. Gli ibridi ‘Portland’, chiamati anche “Damasco Perpetui  sono stati coltivati ampiamente fino all’introduzione degli ‘Ibridi Perpetui’ quasi quarant’anni più tardi.

Margaret Cavendish Bentinck, Duchessa di Portland e la rosa omonima (Duchess of Portland Rose)

I francesi, anche se il loro imperatore era caduto e Josephine era morta, continuarono i propri sforzi sia con il vecchio materiale sia con le nuove rose orientali. Un ex-soldato dell’esercito di Napoleone, Jean-Pierre Vibert (1777-1866), acquistò ciò che rimaneva del suo vivaio, comprese le note di allevamento, dopo che il vivaio fu saccheggiato dalle truppe inglesi. La sua intelligenza ed operosità nel periodo 1816-1850 ebbero una duratura influenza sull’industria francese della rosa. Gli incroci con il nuovo materiale orientale fecero sì che mai prima del 1820 ci fosse stata una tale varietà di rose – e forse mai da allora.

Il contributo americano

Un importante contributo americano alla storia delle rose ornamentali nel XIX secolo fu la classe delle Rose ‘Noisette’, un incrocio tra Rosa moschata (o Rosa Moscata) e una Rosa Cinese creato nel 1812 da John Champneys, un coltivatore di riso della Carolina del Sud che però non aveva interesse a commercializzare la sua rosa e la passò al suo vicino Philippe Noisette. Questi a sua volta la inviò a suo fratello Louis, vivaista a Parigi, che a partire da essa sviluppò un nuovo ibrido e se lo auto-dedicò con il nome “Blush Noisette“, dimenticando impietosamente l’ibridatore originale. Le rose Noisette sono a portamento sarmentoso e producono grandi ammassi di piccoli fiori dalla primavera all’autunno. Le prime rose di questa classe avevano fiori piuttosto piccoli ed erano resistenti ai climi freddi, ma in seguito ad ibridazioni con rose Tea si creò una sottoclasse di rose dette “Tea-Noisette” , con fiori molto più grandi e ridotta resistenza ai geli invernali.

Verso la metà dell’800 una nuova rosa raggiunse l’Europa dall’oriente, questa volta dal Giappone: la Rosa Rugosa. Questa rosa non si ibrida bene, e quindi non ha contribuito molto alla storia delle rose. Per oltre mille anni, tuttavia, in Giappone fu apprezzata per il fogliame pieghettato e l’abbondante e decorativa produzione di frutti, ottima fonte di vitamina C.


Usi e impieghi della Rosa

La Rosa in cucina

Oltre ad essere le regine del giardino, le rose sono fiori che regnano anche sulla tavola dove vengono impiegate per decorare piatti, donare colore e profumi a cibi salati e dolci, utilizzate per la famosa confettura di rose o, utilizzandone i petali, per farle cristallizzare. Esistono molteplici ricetta per la preparazione di profumati sciroppi di rose, liquori o aceto partendo dalla base dell’aceto di mele.

I petali di rosa vengono anche utilizzati crudi in insalate, macedonie o all’interno di risotti. Non da ultimo, si possono utilizzare per preparare il sale alle rose, un ottimo insaporitore per pesce o carni grigliate.

La Rosa nella cosmesi

I petali di Rosa vengono impiegati nel campo della cosmesi per le sue innumerevoli proprietà: contengono vitamina C, minerali come fosforo, potassio e magnesio. Che si tratti dell’acqua di rose, conosciuta per le sue proprietà astringenti e lenitive, profumi o creme la rosa è un fiore particolarmente apprezzato perché viene impiegato anche nel campo cosmetico sia macerato fresco che lavorato utilizzando i petali essiccati. Le due forme di lavorazione fanno si che si ottengano prodotti finali con caratteristiche diverse (dove da una parte si manterranno un colore meno intenso ma un profumo più accentuato o viceversa).

L’olio essenziale di rosa più famoso è quello prodotto utilizzando la Rosa Damascena. A livello aromaterapico, la rosa dona equilibrio e armonia; inoltre, ha un alto potere stimolante ed afrodisiaco.

Per tutti quelli che vogliono provare lascio qui di seguito un video che spiega in modo semplice e casalingo come possono essere preparati l’olio essenziale, l’acqua ed altri prodotti alle rose.

2 replies on “Simbologia della Rosa”

  • Bellissimo articolo sul fiore Rosa. “Al greco Teofrasto (ca. 300 a.C.) dobbiamo la prima catalogazione delle rose conosciute in Occidente, che già all’epoca avevano da 5 a 100 petali.” Chiedo: quanti petali ha mediamente una Rosa comune che fiorisce a maggio? Esiste un libro con il numero di petali di ogni fiore? Grazie e complimenti per il VS sito.

    • La ringrazio molto Galileo, è sempre di enorme piacere ricevere apprezzamento per il mio lavoro. Cercando di rispondere alla sua domanda le dico che è difficile saperlo poiché le rose “antiche” di norma ne hanno appunto 5, come la rosa canina per capirsi, altre specie invece molte di più. Penso però che una risposta più precisa possa essere trovata in un’enciclopedia botanica o di floricoltura. Grazie ancora per il suo commento. Susy

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